Non dimentichiamo l’omicidio dell’attivista Berta Cáceres: svolta nelle indagini, 4 arresti

Svolta nelle indagini sull’omicidio di Berta Cáceres, la coraggiosa attivista indigena che nel 2015 aveva vinto il prestigioso Goldman Environmental Prize: alcuni giorni fa la polizia honduregna ha fermato quattro uomini, ritenendoli collegati al delitto sulla base di non meglio specificate “evidenze scientifiche”.

Svolta nelle indagini sull’omicidio di Berta Cáceres, la coraggiosa attivista indigena che nel 2015 aveva vinto il prestigioso Goldman Environmental Prize: alcuni giorni fa la polizia honduregna ha fermato quattro uomini, ritenendoli collegati al delitto sulla base di non meglio specificate “evidenze scientifiche”.

Come ricorderete, nella notte tra il 2 e il 3 marzo scorso un gruppo di uomini armati fece irruzione nella casa di Cáceres, nella città di La Esperanza, uccidendo lei e ferendo Gustavo Castro Soto, attivista messicano e suo ospite. Dopo due mesi di stallo, nel corso dei quali la polizia ha indagato lo stesso Castro Soto e alcuni membri del Copinh, l’organizzazione cofondata da Cáceres e che si batte da venti anni per la difesa degli indigeni, dei loro diritti e delle loro terre ancestrali, ora sono arrivati ben quattro arresti.

I fermati sono due ex militari, un militare ancora in servizio e un ingegnere legato al progetto della diga Agua Zarca sul fiume Gualcarque, contro la quale Cáceres si era battuta strenuamente negli ultimi anni, ottenendo lo stop ai lavori ma ricevendo anche numerosissime minacce e intimidazioni. In particolare, l’ingegnere e uno dei due ex militari fermati hanno lavorato entrambi per la Desa (Desarrollos Energetico Spa), la società impegnata nella costruzione della diga, e in passato erano stati più volte denunciati dalla stessa attivista per minacce contro la sua persona e contro i suoi cari.

Gli arresti arrivano dopo settimane di pressioni da parte di numerose organizzazioni internazionali, che chiedevano al Governo honduregno di autorizzare una commissione di inchiesta internazionale e indipendente sull’omicidio Cáceres. La famiglia dell’attivista, che ha più volte lamentato la mancanza di trasparenza nelle indagini, è venuta a conoscenza della svolta dalla stampa e ha reagito con un certo scetticismo.

“Lo Stato honduregno è troppo strettamente legato all’omicidio di mia madre per poter svolgere un’indagine indipendente.” – ha ribadito la figlia minore, Laura, in un’intervista telefonica al Guardian“È il Governo che ha concesso l’appalto per la diga ed è il Governo che ha inviato militari e forze di polizia per lavorare accanto alle guardie di sicurezza private della Desa. Le stesse che hanno minacciato mia madre.”

“Se non fosse stato per la nostra lotta e per la pressione internazionale al fine di ottenere giustizia” – ha continuato Laura“l’omicidio di mia madre sarebbe già stato dimenticato. Questa mattina ci siamo svegliati con questa notizia [degli arresti, ndr], che tuttavia non cambia di una virgola la nostre richiesta che venga portata avanti un’indagine internazionale.”

La conclusione di questa dolorosa vicenda, insomma, sembra ancora lontana. Il timore della famiglia è che non si arrivi mai ad individuare i mandanti di un delitto che è stato, a tutti gli effetti, un delitto politico.

Lisa Vagnozzi

Photo Credits: Goldman Environmental Prize

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