Oggi è la Giornata mondiale delle zone umide (#WorldWetlandsDay)

Si celebra oggi in tutto il mondo la Giornata delle Zone Umide, il World Wetlands Day. Fu infatti il 2 febbraio del 1971 il giorno in cui fu sottoscritta la Convenzione di Ramsar che ha sancito la tutela, a livello mondiale, di queste aree fondamentali per la conservazione della biodiversità

Si celebra oggi in tutto il mondo la Giornata delle Zone Umide, il World Wetlands Day. Fu infatti il 2 febbraio del 1971 il giorno in cui fu sottoscritta la Convenzione di Ramsar che ha sancito la tutela, a livello mondiale, di queste aree fondamentali per la conservazione della biodiversità, ma altrettanto fragili e delicate. Tutela che proprio in questi giorni ha raggiunto gli oltre 100 milioni di ettari in tutto il mondo.

Si sono appena aggiunti, infatti, sette nuovi siti in Zimbabwe e la notizia arriva dopo la relazione Global Risk del World Economic Forum 2016 che, manco a dirlo, annovera la crisi idrica tra i primi tre fattori di rischio planetario. Esiste un rapporto molto stretto tra zone umide e benessere che l’uomo ha raggiunyo: ecco perché alcuni siti come quello del Lago Chivero, serbatoio idrico principale per Harare, capitale dello Zimbabwe, acquistano una particolare importanza.

Quando celebriamo la Giornata mondiale delle zone umide, ricordiamo alla gente che l’acqua non proviene da un rubinetto; viene da ecosistemi sani e funzionanti – ha detto Isabella Pratesi, direttore conservazione WWF Italia – Con miliardi di persone che dipendono delle zone umide per l’approvvigionamento di acqua, cibo e benessere, questa giornata è una vera e propria pietra miliare. Mentre i leader mondiali pensano a come attuare gli impegni presi nell’ambito degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, la protezione delle zone umide fornisce un contributo significativo al benessere dell’umanità”.

Per la tutela di questi siti, i primi ad essere protetti in Zimbabwe, il WWF ha lavorato a stretto contatto con la Convenzione di Ramsar e il governo di questo paese. Tra le nuove aree rientrano le Cascate Vittoria, la più grande cascata del mondo, e il sito di Monavale Vlei un’importantissima zona umida che si estende in ambiente urbano.

LA MINACCIA DELL’UOMO – A mettere in pericolo le zone umide ci ha pensato, ovviamente, l’uomo, che tra inquinamento diffuso dell’agricoltura, gli scarichi industriali e civili, il massiccio sfruttamento delle risorse e il consumo di suolo ha portato alla rovina nell’ultimo secolo i 64% delle zone umide della Terra.

Quello che non dovremmo dimenticare è che le zone umide sono gli ecosistemi con la più alta biodiversità sulla Terra e fungono un po’ da spugne giganti che assorbono l’acqua delle precipitazioni, immagazzinandola e restituendola nel tempo. In più, depurano le acque perché assorbono sostanze chimiche, filtrano gli inquinanti e i sedimenti, abbattono le sospensioni e neutralizzano i batteri pericolosi. Secondo ultime stime, la superficie delle zone umide nel mondo sarebbe diminuita del 71% a partire dal 1900. Dal 2000 ad oggi il WWF ha contribuito alla designazione di oltre 100 milioni di ettari di zone umide Ramsar, pari al 45% della superficie mondiale totale designata a partire dalla nascita della Convenzione nel lontano 1971 (i siti Ramsar individuati in Italia sono attualmente 53 per una superficie totale di oltre 60.000 ettari, presenti in 16 regioni).

Le zone umide sono anche il fulcro di importanti rotte migratorie tra Europa, Africa e Asia: circa due miliardi di uccelli migratori ogni primavera, infatti, attraversano l’Italia e si fermano nelle aree umide anche per l’alimentazione e la nidificazione.

Teniamoci allora care le zone umide (anche) del nostro Paese e ricordiamoci anche del contributo che potrebbero dare a un turismo naturalistico come importante occasione di sviluppo sostenibile per i nostri territori.

Germana Carillo

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