Il 1° giorno della Cop21 raccontato coi tweet

Cop21 di Parigi. Il primo giorno della conferenza Onu sui cambiamenti climatici ha visto salire sul palco di Le Bourget i rappresentanti di alcuni degli stati che più inquinano. Primi tra tutti Barack Obama e Xi Jinping. Sul palco anche David Cameron e Putin.

Cop21 di Parigi. Il primo giorno della conferenza Onu sui cambiamenti climatici ha visto salire sul palco di Le Bourget i rappresentanti di alcuni degli stati che più inquinano. Primi tra tutti Barack Obama e Xi Jinping. Sul palco anche David Cameron e Putin.

Le sorti del clima e degli abitanti della Terra si decideranno in questi giorni a Parigi dove si cercherà di raggiungere un accordo globale vincolante per contenere entro i 2°C l’aumento delle temperature.

Il tempo è scaduto e la percezione di essere ormai sull’orlo del baratro sembra essere più che mai concreta. Ieri nelle più grandi città del mondo, la popolazione è scesa in strada per manifestare, chiedendo di fare il possibile per scongiurare la catastrofe ambientale.

Ma ecco un racconto della prima giornata di negoziati:

Il presidente di Kiribati, uno dei paesi più a rischio a causa dei cambiamenti climatici, ha detto che la nostra stessa sopravvivenza è in gioco.

“La domanda ora dovrebbe essere, siamo davvero pronti a prendere le misure necessarie?”.

Per approfondire: RISCALDAMENTO GLOBALE: LA POPOLAZIONE DI KIRIBATI STA PENSANDO DI EVACUARE IN MASSA SULLE ISOLE FIJI

Il Presidente turco Erdogan ha sottolineato che le responsabilità dei singoli stati vanno sì differenziate ma anche occorre “un sistema realistico e flessibile”.

Per il britannico David Cameron, i paesi ricchi devono aiutare quelli meno ricchi ad arrestare i cambiamenti climatici. E per farlo i leader mondiali dovranno chiudere accordi legalmente vincolanti ai colloqui di Parigi.

Il Regno Unito ha aperto la strada promettendo lo 0,7 per cento del PIL per aiutare i più vulnerabili in tutto il mondo” spiega Cameron.

Il primo ministro indiano Narendra Modi in una dichiarazione di apertura ha ribadito la necessità che le nazioni ricche si assumano la maggiore responsabilità per affrontare il cambiamento climatico e che alle nazioni più povere come la sua dovrà essere permesso di crescere:

Il presidente Usa Barack Obama ha confermato di avere l’intenzione di farlo: “Siamo la prima generazione a sentire l’impatto dei cambiamenti climatici e l’ultima generazione che può fare qualcosa al riguardo. Abbiamo la possibilità di cambiare il futuro proprio adesso. Sono venuto qui personalmente come leader della più grande economia del mondo e il secondo più grande emettitore di gas serra per dire che gli Stati Uniti non solo riconoscono il loro ruolo nella creazione di questo problema ma che si assumono la responsabilità di fare qualcosa al riguardo”.

Per Vladimir Putin la tecnologia aiuterà a ridurre le emissioni e a Parigi si dovrà sottoscrivere un accordo giuridicamente vincolante. Secondo Putin, entro il 2030 la Russia ridurrà le emissioni di gas serra del 70 per cento rispetto al 1990 grazie al progresso tecnologico e il paese è pronto a condividere le tecnologie.

A intervenire anche Dilma Rousseff secondo cui il Brasile sta già sperimentando gli effetti del cambiamento climatico. Per questo auspica un accordo equo ed equilibrato.

Per il cancelliere tedesco Angela Merkel è la prima volta che abbiamo l’opportunità di raggiungere l’obiettivo di un accordo. Per la prima volta più di 170 paesi hanno presentato i loro INDC, gli impegni nazionali, ciò rappresenta il 95 per cento delle emissioni globali. La cattiva notizia è che oggi non siamo ancora in grado di raggiungere l’obiettivo dei due gradi, quindi abbiamo bisogno di capire come farlo nei prossimi dieci anni per la decarbonizzazione dell’economia.

Per il leader cinese Xi Jinping i paesi sviluppati devono fare di più, per questo ha sottolineato che la Cop21 dovrà porre l’accento sui risultati pratici, dovrà rispettare le differenze tra politiche interne, il rafforzamento delle capacità e della struttura economica, non negando le richieste dei paesi in via di sviluppo.

Ed ecco infine l’intervento del premier Renzi, che invita a una risposta globale efficace:

Francesca Mancuso

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