Da dove arriva (e com'è) il pesce che portiamo sulle nostre tavole? E come stiamo trattando il suo habitat? Ce lo svela un lungo e disarmante viaggio di PresaDiretta in giro per il mondo per raccontare che i nostri mari sono malati e hanno bisogno di essere salvati. La puntata 'Salviamo il mare', andata in onda ieri sera, è stata seguita da 1.494.000 di telespettatori ed è stata prima nella classifica audisocial dei programmi TV
Da dove arriva (e com’è) il pesce che portiamo sulle nostre tavole? E come stiamo trattando il suo habitat? Ce lo svela un lungo e disarmante viaggio di PresaDiretta in giro per il mondo per raccontare che i nostri mari sono malati e hanno bisogno di essere salvati. La puntata ‘Salviamo il mare‘, andata in onda ieri sera, è stata seguita da 1.494.000 di telespettatori ed è stata prima nella classifica audisocial dei programmi TV.
Ne è emerso, ma già lo sapevamo purtroppo, che lo stato di salute del mare è una vera e propria emergenza mondiale. E ci riguarda da vicino. I fotogrammi ci trasportano dalle petroliere che lavano cisterne sversando solo nel mar Mediterraneo 100mila tonnellate di greggio ogni anno allo scandalo dei depuratori, che non funzionano o non ci sono, passando per la plastica che finisce in acqua.
E con i suoi pericolosissimi additivi continua a uccidere il mare e le specie che lo abitano, entrando nel ciclo alimentare per arrivare fino all’uomo). L’inquinamento crea mutazioni genetiche nei pesci e malattie per l’uomo che li mangia.
Grandi e piccoli abitanti del mare sono aggrediti dalle sostanze inquinanti e il pericolo arriva così sulle nostre tavole. Nei mari di tutto il mondo finiscono fino a otto milioni di tonnellate all’anno di plastica. E si stima che se non si inverte la rotta nel 2025 saranno 16 milioni di tonnellate. C’è ne è cosi tanta di plastica a galleggiare che si sono addirittura formate enormi isole di plastica in giro per i mari del mondo.
Il Mediterraneo è uno dei mari più inquinati dalle plastiche. E purtroppo non solo: è anche teatro degli sversamenti e degli scarichi illegali, privati e industriali, e di depuratori che non funzionano. Basti pensare che l’Unione Europea ci ha già condannato due volte, aprendo una terza procedura di infrazione (che, con ogni probabilità, porterà a una terza condanna).
Il Ministero dell’Ambiente ha stimato in 9 milioni di euro, le multe che dovremo pagare se continuiamo a inquinare il Mediterraneo. Tutto questo accade qui da noi. E in altre zone del mondo? Le telecamere di Presadiretta sono arrivate fino in Thailandia e in Bangladesh, principali allevatori di gamberetti nel mondo per capire cosa c’è dietro l’allevamento intensivo. Hanno raccontato lo sfruttamento indiscriminato non solo del mare e del delicatissimo ecosistema di quei paesi, ma anche della popolazione locale e della manodopera.
“Ci domandiamo: quando le grande multinazionali del cibo parlando di tracciabilità che cosa intendono? Ce le hanno messe queste storie nella loro tracciabilità? La sofferenza di milioni di persone, la distruzione dell’ambiente e delle sue risorse? I bambini che lavorano per ore in mezzo all’acqua?”, si chiede PresDiretta.
E noi ce lo chiediamo prima di scegliere cosa portare a tavola?
Se cominciamo quindi a salvare il mare salviamo noi stessi @IaconaRiccardo #Presadiretta #salviamoilmare #fermiamoci pic.twitter.com/JLqNLOTVrm
— Presa Diretta (@Presa_Diretta) 15 Marzo 2015
Per rivedere la puntata clicca qui
Roberta Ragni
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