Cambiamenti climatici: i vecchi dipinti di tramonti ci aiuteranno a prevederli?

L’arte salverà il pianeta? I vecchi quadri potrebbero contenere indizi importanti sui cambiamenti climatici che interesseranno il nostro Pianeta in futuro. Non si tratta di fantascienza, ma di uno studio condotto da un gruppo di scienziati greci e tedeschi. Secondo la recente ricerca, alcuni dei paesaggi raffiguranti nei dipinti più noti del mondo potrebbero rivelare dei dettagli da non sottovalutare sui livelli di inquinamento della Terra in passato.

Cambiamenti climatici: i vecchi dipinti di tramonti ci aiuteranno a prevederli?

L’arte salverà il pianeta? I vecchi quadri potrebbero contenere indizi importanti sui cambiamenti climatici che interesseranno il nostro Pianeta in futuro. Non si tratta di fantascienza, ma di uno studio condotto da un gruppo di scienziati greci e tedeschi. Secondo la recente ricerca, alcuni dei paesaggi raffiguranti nei dipinti più noti del mondo potrebbero rivelare dei dettagli da non sottovalutare sui livelli di inquinamento della Terra in passato.

Ciò potrebbe contribuire a prevedere i cambiamenti climatici che ci attendono in futuro. È davvero possibile? Secondo gli esperti, i colori vivaci che vediamo nei vecchi dipinti di tramonti permettono di valutare la quantità di ceneri vulcaniche presenti in atmosfera a seguito di un’eruzione.

Come ha spiegato Christos Zeferos, ricercatore alla guida dello studio, gli esperti sono andati alla ricerca di un metodo alternativo per valutare le condizioni dell’atmosfera terrestre in passato, quando non erano ancora disponibili strumenti di misurazione adatti. Dopo un’eruzione, le ceneri vulcaniche si disperdono in atmosfera e contribuiscono a conferire ai raggi del sole un bagliore più acceso, tendente al rosso.

Inoltre, la presenza di particelle inquinanti nell’aria fa in modo che i raggi solari raggiungano la Terra in quantità inferiore, tanto da poter generare un abbassamento delle temperature. I ricercatori hanno notato che, dopo l’eruzione del vulcano Tambura avvenuta in Indonesia nel 1815, Turner e altri pittori europei hanno dipinto tramonti che tendevano maggiormente al rosso e all’arancio.

A seguito dell’eruzione, la Terra fu interessata da un vero e proprio inverno vulcanico. Le temperature del Pianeta scesero di 5 gradi e il freddo improvviso portò la neve nel New England in pieno giugno. Lo studio, che è stato pubblicato il 25 marzo sulla rivista Atmospheric Chemistry and Physics, ha previsto la valutazione dell’impiego di pigmenti rossi e verdi in 554 dipinti di tramonti realizzati tra il 1500 e il 2000, periodo in cui sulla terra si sono verificate più di 50 grandi eruzioni.

In conclusione, pare proprio che l’utilizzo di colori più accesi per dipingere i tramonti aumenti subito dopo le eruzioni vulcaniche. Secondo i ricercatori, i dati raccolti serviranno a comprendere meglio le fasi di innalzamento dei livelli di particelle inquinanti in atmosfera nei secoli passati e a prevedere il loro andamento in futuro.

La prova del nove? Gli esperti hanno chiesto al pittore contemporaneo Panayiotis Tetsis di dipingere il tramonto sull’isola greca di Idra nel 2010, prima e dopo il passaggio di una nube di polvere. L’esperimento ha confermato le teorie degli scienziati. Avreste mai pensato che i quadri antichi, oltre ad un valore inestimabile, potessero racchiudere degli indizi utili per la scienza?

Marta Albè

Fonte foto: blogspot.com

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