Sardegna, dopo l’emergenza maltempo arriva quella inquinamento

L'alluvione ha messo in crisi i depuratori e distrutto una fabbrica di asfalto

Dopo l’emergenza maltempo arriva anche quella inquinamento. L’alluvione in Sardegna ha messo in ginocchio molti depuratori cittadini, che ora riversano fango sul territorio. Paura anche per una perdita di petrolio da un silos.

Molti depuratori della Sardegna, nelle zone più colpite dall’alluvione dei giorni scorsi, sono andati in tilt. Lo riporta La Nuova Sardegna aggiungendo che ad aver problemi sono anche molti potabilizzatori. E il risultato è che fiumi di liquami non trattati vengono riversati nei fiumi o direttamente in mare.

I depuratori saltati a causa del fiume di acqua, terra e pietre che li ha investiti sono sparsi un po’ in tutta l’isola. Racconta il giornale sardo:

In Gallura i depuratori di Padru e Berchiddeddu sono danneggiati e le acque non depurate finiscono direttamente nei fiumi. Ad Arzachena il sistema di depurazione è in tilt e crea difficoltà particolari a Baja Sardinia che scarica i liquami in mare. A Olbia le pompe di sollevamento in alcuni quartieri sono in tilt e il sistema di depurazione è in forte sofferenza“.

Dopo la bomba d’acqua, quindi, quella dei fanghi non depurati. E manca anche l’acqua potabile visto che molte pompe di sollevamento dei pozzi sono KO, come quelle che riforniscono di oro blu Padru, Loiri e Berchiddeddu.

Altro problema, altra emergenza: a San Giovanni una fabbrica di asfalto è stata gravemente danneggiata dall’alluvione e ora riversa nel fiume migliaia di litri di bitume e gasolio. Oltre alla cisterna dell’acqua dell’impianto, infatti, l’alluvione ha sradicato un silos alto 13 metri e largo 2,5 contenente 6 mila litri di gasolio. Un terzo contenitore si è fessurato lasciando fuoriuscire 6 mila litri di olio combustibile, cioè petrolio poco lavorato, che sono finiti nel Rio San Giovanni come anche 800 chili di olio esausto e 10 tonnellate di bitume.

Il problema, serissimo, è che il Rio San Giovanni sfocia nel Golfo di Canniglione e, quindi, in direzione del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena. Tuttavia, almeno al momento, non risultano tracce di idrocarburi all’interno dell’area del parco ma la Capitaneria di Porto sta tenendo gli occhi aperti. I sardi della Maddalena, invece, stanno incrociando le dita.

Peppe Croce

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