Cascina Triulza: un’oasi che non piace alle multinazionali dentro Expo 2015

Un luogo in grado di far riconquistare il proprio spazio, il proprio tempo, ma anche i propri ideali. Per fortuna, questo luogo c'è e si chiama Cascina Triulza, unica costruzione antecedente e non costruita appositamente per la grande kermesse internazionale.

Dinamicità, velocità, lunghe percorrenze e frenesia. L’Expo 2015 è anche così, è vero, è un grande evento internazionale con tante attrattive e altrettante aree d’interesse che possono piacere o meno. Quando, però, si varcano i tornelli dell’ingresso il rischio di essere risucchiati c’è. È come se si entrasse in un vortice che fa di tutto per prenderci e portarci via.

Un’altalena di emozioni (negative e positive) capaci anche di far scordare quello che si è. Ogni tanto però puntare i piedi serve, non solo per riappropriarsi della propria individualità, ma anche più semplicemente per pensare a ciò che si sta vivendo.

Vivere troppo rapidamente, infatti, può portare fuori strada. Entrando in Expo 2015, con il passare del tempo, è evidente che si senta il bisogno di rallentare. Non c’è nulla di male, è come se servisse un luogo in grado di far riconquistare il proprio spazio, il proprio tempo, ma anche i propri ideali. Per fortuna, questo luogo c’è e si chiama Cascina Triulza, unica costruzione antecedente e non costruita appositamente per la grande kermesse internazionale.

A questo nome, infatti, corrisponde un‘antica costruzione rurale del XIV secolo che, in occasione dell’esposizione universale, è stata riqualificata trasformandosi in una vera e propria oasi all’interno di Expo 2015. Un’oasi che, soprattutto per i temi trattati e i convegni ospitati e che ospiterà durante tutti i sei mesi, è decisamente in controtendenza con gli sfarzi e i finti argomenti di facciata portati avanti dalle multinazionali presenti. Non è un caso che proprio qui Vandana Shiva ha deciso di presentare il suo Manifesto Terra Viva per fornire un’alternativa concreta all’attuale economia e agricoltura intensiva.

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Questa struttura vuole riportare ad una dimensione più contadina, anche se per metratura quadra non è poi così piccola (7.900 m²), aiutando a ritrovare un’armonia che passeggiando per il Decumano può capitare di smarrire. Inoltre il Padiglione della Società Civile all’interno della cascina è un cantiere permanente di idee e proposte per costruire un futuro più equo e sarà la sede di diversi eventi e conferenze che proveranno ad analizzare tante problematiche sulla sostenibilità ambientale e il progresso del pianeta.

A gestire la cascina è la Fondazione Triulza, un network fondato nel 2013 impegnato nella difesa dei diritti umani, del patrimonio naturale e nella diffusione della cultura della cooperazione e di modelli economici etici.

C’è anche uno slogan scelto per questo progetto: “EXPIOding Energie to change the world”. Una frase che vuole sottolineare il fondamentale contributo che il civismo può offrire nel mutare in meglio il domani del pianeta.

Cascina triulza

La Cascina Triulza ospita i suoi visitatori attraverso quattro aree tematiche. C’è quella espositiva, dove associazioni o enti ospitanti dibattono sul tema di Expo 2015: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Poi ecco la sezione mercato dove piccoli imprenditori e attività commerciali si mettono in mostra proponendo la propria offerta produttiva. A seguire l‘area eventi che comprende un auditorium con 200 posti finalizzato alla realizzazione di workshop e laboratori e uno spazio aperto di 1700 m² dove prendono vita attività didattiche, momenti ludici, incontri culturali e avvenimenti artistici. Infine l’area lavoro, per la creazione di una rete di collaborazioni volte alla produzione. E non manca il ristorante con prodotti locali e di stagione a prezzi onesti per rigenerarsi e ricaricarsi lontano dal fasto dei padiglioni.

Insomma, Cascina Triulza sceglie la strada del dialogo e, in un ambiente molto rilassante e piacevole, prova a far ragionare rendendo il visitatore complice e non certo un elemento passivo di questo evento mondiale. La curiosità, inoltre, è che questo casolare all’interno dell’Expo è l’unico edificio preesistente nell’area di Rho e, soprattutto, sarà il solo che continuerà a “vivere” una volta che l’esposizione universale terminerà.

“Abbiamo fatto un investimento – ci ha tenuto a spiegare nell’intervista il presidente della Fondazione Triulza Sergio Silviotti – che non vuole morire con Expo. Abbiamo diversi progetti in ballo, l’obiettivo è continuare a diffondere anche in futuro il messaggio di questi sei mesi“.

Cascina Triulza, un’oasi dentro Expo che non piace alle multinazionali e che quando tutto sarà finito, non vuole certo smettere di esserlo.

Alessandro Ribaldi

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