Riciclare l’anguria: le vie del cocomero sono infinite

Del cocomero non si butta via niente: idee per riciclare i semi e la buccia dell'anguria.

Arriva l’estate e arriva l‘anguria. Esistono dei simboli che attraversano la storia e l’anguria, o cocomero come viene chiamata in alcune parti d’Italia, indubbiamente è legata a doppio filo con il sole e il mare. Il suo successo, gusto a parte, è spiegato da un noto detto popolare romano: “Co’ du lire in pugno magni, bevi e te lavi er grugno“.

Effettivamente la grande quantità d’acqua che contiene rinfresca e spesso inonda i visi di chi si avventura nel mangiarlo a mani nude. La dignità di questo frutto è talmente elevata che ci si è ingegnati a trovare vari motivi per non buttarne i resti nella spazzatura senza averlo sfruttato a pieno. Cari amici dall’anima verde, salvate i semini e la buccia perché hanno un compito più elevato per il nostro Pianeta.

Il più evidente è la possibilità di usare i semi per ripiantarli nella terra. È molto facile che nascano altri cocomeri perché non ha grandi necessità ambientali e resiste abbastanza bene anche all’eventuale trascuratezza del suo agricoltore. È richiesto un clima caldo e, soprattutto, grande spazio tra una pianta e l’altra per permettere una crescita sana.

I semi, poi, posso essere una leccornia. Esiste una ricetta in cui sono spurgati in acqua e sale e poi tostati con limone e zucchero. La preparazione è piuttosto lunga: ci si impiegano più di sei ore a bagnomaria per rendere commestibile ciò che voi sputate al vento come proiettili di un mitra. È l’unico neo però della possibilità di non buttare qualcosa che invece possiamo ingerire e con gusto. Davanti ad un buon film hanno la stessa funzione dei pop-corn.

Inoltre è possibile riciclare i semi dell’angura per realizzare borse dell’acqua calda alla stregua dei semi di ciliegia o per realizzare originali gioielli. Basta lavarli per bene, ago, filo di nylon e tanta tanta pazienza.

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Foto: Artherapy.blogspot.com

La buccia del cocomero, da sempre destinata alla pattumiera, invece, ha ancora un ruolo nella nostra vita. È possibile scavare il frutto in modo orizzontale o verticale e crearci un grosso vaso. Appena realizzato si può sfruttare scenicamente per servirci dentro le fette del cocomero stesso, tra lo stupore dei vostri ospiti. Dopo cena, invece, si può riempire di succo di frutta e infilare nel freezer. Dopo un po’ di ore avrete un sorbetto freschissimo e molto saporito per far spalancare nuovamente la bocca a chi si siederà al vostro tavolo.

L’ultima possibilità di riutilizzo del cocomero ha fondamenta più scientifiche. Nel frutto è presente circa il 10/15% di zucchero e questo consente di riconvertirlo in Etanolo. Si tratterebbe, in buona sostanza, di una possibile fonte di carburante alternativo, altrettanto potente ma decisamente meno inquinante. Come favoleggiava Doc in “Ritorno al Futuro” le macchine potrebbero andare a spazzatura o almeno a bucce di cocomero. È una strada ancora lunga da percorrere ma sarebbe il caso di approfondirla per bene.

Oltre alla possibilità di compostarle, inoltre, le bucce di cocomero si prestano alla grande a diventare dei gustosi sott’aceti. Mai sentito nulla di simile? Bene, allora è giunto il momento di fare la vostra conserva a base di bucce d’anguria seguendo la nostra ricetta.

Quando ordinerete il vostro cocomero, sotto al chiosco della vostra spiaggia, informatevi sulla fine che farà perché esistono troppo soluzioni verdi per lasciarlo morire sul fondo di una pattumiera.

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