Swapping: la tendenza allo scambio che consente di non spendere più

Il baratto, lo swapping sta velocemente allargando la sua sfera d'influenza e si sta trasformando, da fenomeno di nicchia, in fenomeno di massa che coinvolge anche le aziende

Ci siamo appena disintossicati dall’abbuffata di corse per i regali natalizi che già si ricomincia con i saldi. Non c’è tregua per il calendario, e nemmeno per il portafogli, di una vera shopaholic, per dirla all’inglese, cioè di una vera appassionata di shopping. Un’occasione dopo l’altra, uno sconto dopo l’altro e l’armadio si riempie e non ci sta più dentro nemmeno l’ennesima scatola per riordinare.

Di ritorno poi dalle vacanze di Natale bisogna mettere in conto che ci sono anche i regali. Alcuni erano già nella lista dei desideri e troveranno posto in cucina o nel guardaroba, altri non erano lontanamente previsti e allora? “A caval donato non si guarda in bocca” dicevano le sagge nonne di un tempo ma oggi che le case strabordano di oggetti che stanno lì solo a prender polvere, anche il vecchio detto dovrebbe adeguarsi ai tempi che corrono.

Perché tenere in casa qualcosa che non ci piace, non ci serve e occupa spazio quando possiamo scambiarlo con qualcosa che ha per noi un valore differente. La nuova tendenza ecosostenibile dello scambio prende campo e dopo aver conquistato il mondo dell’abbigliamento, degli accessori, dei viaggi, del tempo approda anche nel mondo dei regali.

Succede il 10 gennaio a Torino. L’evento si chiama “Regali senza moneta” ed è organizzato dall’Ass. Manamanà. Si propone di portare in piazza i famosi “ricicloni”, cioè quei doni che abbiamo accolto con un sorriso tirato e che possiamo finalmente sperare di dare in cambio a qualcuno che lo apprezzerà molto più di quanto non siamo riusciti a camuffare: l’ennesima sveglia digitale in cambio di cinque lezioni di chitarra, per intenderci.

Tutto ciò testimonia quanto il baratto stia velocemente allargando la sua sfera d’influenza e si stia trasformando, da fenomeno di nicchia, in fenomeno di massa. Lo avevamo preannunciato, qui Lo avevamo preannunciato, qui su greenMe.it qualche mese fa e la realtà ci ha sostenuto. Una tendenza quindi che non riguarda soltanto le signore dei quartieri alti in cerca di esperienze pop, né i mercatini di periferia ma che entra nei cuori delle città e diventa una sana alternativa all’insensata accumulazione, allo spreco e all’acquisto compulsivo e isolante.

copertina_swappingDi come e quanto sia diventato diffuso e tentacolare il baratto ne parla un libro di recente uscita dal titolo “I love swapping. La guida alla nuova tendenza ecosostenibile: il baratto ed. Avallardi, pag. 139, euro 12. L’autrice è Marina Martorana, giornalista del Corriere della Sera, che da tempo cura la rubrica online rispendo.Corriere.it) . A partire dal gioco di parole del titolo che sostituisce il più noto termine shopping in swapping, il libro ripercorre tutte le situazioni in cui online o offline è possibile praticare del sano e coinvolgente baratto, in inglese swapping appunto.

La premessa è che “il baratto può diventare l’espressione di un vero e proprio ecostile di vita”.il baratto può diventare l’espressione di un vero e proprio ecostile di vita“.

Il libro mette in fila infatti tutte le forme di vita del baratto a testimonianza del fatto che si tratta di un fenomeno ormai lontano dallo scambio di abbigliamento in un qualche negozio vintage o di modo per liberarsi di roba vecchia rimasta in casa. Il baratto del terzo millennio testimonia una vera (contro)tendenza nella società del profitto. L’assenza di passaggi di denaro associa all’atto dello scambio valori come la solidarietà, la socialità, il risparmio e la cura, da tempo sommersi sotto il cumulo di cose di cui siamo circondati.

Esiste dunque un mondo che si sta muovendo velocemente e che inventa soluzioni nuove per evitare di spendere e sostituire l’uso del denaro con forme di transizione o di permuta alla pari. E che non tocca soltanto i privati ma sta coinvolgendo anche le aziende. Esiste la realtà degli SCEC (uno strumento sostitutivo della moneta sonante che può coinvolgere circuiti di commercianti e cittadini; in Inghilterra esistono le Transition Town vere e proprie comunità fondate sullo scambio e sulla solidarietà sociale; dalla Svizzera agli Stati Uniti stanno nascendo aziende di intermediazione per favorire forme di baratto aziendale che permettano di scambiare beni in cambio di debiti).

swapping

Se il baratto b2b vive ancora di pochi e coraggiosi esempi, vario e numeroso è invece il mondo delle Associazioni, dei siti on line, dei negozi, delle case, dei bar, dei bed&breakfast che si aprono alle esperienze di baratto. Per raccontarle tutte (o quasi) Marina Martorana fa una specie di moderno Viaggio in Italia alla ricerca di persone e situazioni che hanno fatto del baratto la loro attività vera o alternativa. Che ci credono e con successo portano avanti il loro piccolo tentativo.

Si va dagli spettacoli di teatro in cambio di cibo, alla stanza d’albergo in cambio di un paio di ore dedicate a narrare fiabe, al libro usato in cambio di una birra, alla casa in cambio di vitto e alloggio all’estero… e così via a scambiare.

Il libro si conclude con un paio di pratiche guide per organizzare il nostro primo swap party in casa (di cui anche noi vi avevamo dato le istruzioni in occasione del cambio di stagione) o per aprire una banca del tempo nel proprio condominio.

In entrambi i casi, la prima regola è: scambiare, non spendere!

Pamela Pelatelli

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