Raccolta differenziata e riciclo creativo: vita, morte e…miracoli del Tetra Pak

Dove nascono e soprattutto dove finiscono i contenitori in poliaccoppato? Nel 1950 Ruben Rausing, ricorrendo ad un sottilissimo rivestimento plastico, crea il primo contenitore di cartoncino adatto al trasporto di bevande assolutamente impenetrabile all'aria.

Dalla forma di questi primi contenitori tetraedri (solidi a quattro facce), il nome di quella che è oggi è divenuta una delle più grandi aziende svedesi, la Tetra Pak. Molti di noi spesso associano erroneamente il nome dell’azienda al nome di ciò che produce, (nello specifico, contenitori in poliaccoppato: carta+plastica+alluminio) tanto che la stessa casa produttrice si è preoccupata di delucidare i consumatori su quelle che sono le denominazioni specifiche dei suoi prodotti: Tetra Classic, Tetra Wedge, Tetra Rex, Tetra Top, etc. Peccato però che, pur arrivando a chiamarli col proprio nome, in Italia quei consumatori ancora oggi non sanno esattamente dove gettarli: plastica? Carta? Indifferenziato?

Il dubbio nasce dal fatto che, poiché i contenitori in poliaccoppato rappresentano solo lo 0.4% circa dei rifiuti medi prodotti da un italiano ogni anno, solo 2kg su 500, un ciclo di raccolta differenziata specifico è sempre stato valutato antieconomico ed antiecologico. Nel 2001 però la Tetra Pak, dotata di una politica ambientale a favore di uno sviluppo sostenibile sin dal 1977, avvia uno studio di fattibilità per la raccolta differenziata dei cartoni per bevande e, nel giugno 2003, grazie ad un Protocollo di Intesa (per leggerlo www.senamion.it) , in Italia è la Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclaggio degli Imballaggi a base Cellulosica) a raccogliere la sfida.

Tetra_Pak_logoGrazie all’ accordo, è stato possibile intervenire gradualmente sulle diverse realtà locali in modo da non modificare le modalità di raccolta, così, in alcune aree geografiche (Toscana, Trento…), i contenitori Tetra Pak vengono assegnati alle raccolte multimateriale, mentre nella maggior parte dei comuni interessati, i cartoni per bevande si riciclano principalmente insieme alla carta secondo la modalità del Riciclo congiunto (su www.TiRiciclo.it potrete sapere dove e come si raccolgono nella vostra città).

Nel primo caso gli imballaggi vengono separati e avviati a riciclo dedicato con la possibilità di recuperare e riciclare anche la frazione residua di polietilene e alluminio, dando vita ad un nuovo materiale plastico, utilizzabile nel campo dello stampaggio, denominato Ecoallene®. Nel secondo caso i cartoni per bevande vengono selezionati e avviati a riciclo in una cartiera dove, grazie all’uniformità di materiale in ingresso, viene prodotta nuova carta principalmente per uso grafico: la Cartalatte, di colore bianco-crema e Cartafrutta, di colore avana.

carta_ricavata_dal_tetrapack

Considerando l’intero ciclo di vita di un imballaggio, diversi studi di analisi del ciclo di vita (LCA) comparativi mettono in evidenza come consumi energetici ed impatti ambientali maggiori siano determinati principalmente dalla tipologia di materiale utilizzato e dalla sua quantità. In questo senso emerge come i contenitori Tetra Pak si dimostrino più vantaggiosi in tutte le fasi di vita rispetto ad altre tipologie di imballaggi per liquidi alimentari, anche monomateriale, in quanto molto leggeri e costituiti prevalentemente da una risorsa rinnovabile come la carta, molto leggeri e ottimali per la fase distributiva. Per avviare correttamente il ciclo è importante che i cartoni per bevande raccolti e conferiti siano al loro interno lavati e successivamente appiattiti. Si tratta di due semplici gesti che consentiranno un corretto e completo recupero di queste risorse.

Se volete cimentarvi invece in un recupero fai-da-te del poliaccoppato sappiate che la sua resistenza e la sua elasticità permettono di riutilizzarlo in modi imprevedibili e davvero originali. Un semplice cartone del latte può diventare, ad esempio, un colorato eco-portafoglio semplicemente con l’ausilio di un taglierino e due o tre pezzi di veltro. Basta tagliarne il fondo, i tre dei quattro lati che formano la parte superiore, quelli laterali ed il frontale. Appiattite poi il cartone in modo che la parte frontale e quella posteriore vengano a contatto tra loro. Ripiegate a metà il cartone ed applicate il velcro nei punti di chiusura…et voilà! Il risparmio è assicurato!

Portafoglio_tetrapack

E per un portafoglio del genere, quale miglior compagno se non una borsa en pendant? Il poliaccoppato, infatti, è adatto alle cuciture (è molto più facile e rapido se avete una taglia-e-cuci, a mano è possibile ma munitevi di un ditale!) così potrete assemblare vari cartoni per bevande come fossero pezzi di stoffa e creare la vostra eco-borsa o più semplicemente ricoprirne una vecchia o rovinata per regalarle un nuovo, simpatico volto.

borsa_tetrapack

L’ultima frontiera del riciclo creativo del Tetra Pack però ci è offerta dal tedesco Frank Boelter: una barca interamente in poliaccoppato. Frank ha avuto l’idea mentre si gingillava sul tavolo della cucina un cartoccio vuoto del latte e si chiedeva cosa sarebbe stato possibile ricavarne. Così ha preso 170 metri quadrati di “Tetra Pack” e li ha piegati e ripiegati.

barca_tetrapack

Voleva discendere l’Elba fino al mare e, anche se è stato fermato prima dalla polizia che gli ha chiesto la patente nautica e le certificazioni relative al suo insolito veicolo, sembra volesse comunicarci che, col riciclo si può andare molto ma molto lontano.

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