Saldi 2011: 5 modi per rinnovare il guardaroba in modo conveniente e critico

Sembra che lo shopping compulsivo da saldo lasci poche vie di scampo in questi giorni. Si compra sollecitati dai prezzi stracciati delle collezioni just-in-time e dei capi usa-e-getta, oppure dalla convinzione di fare l’affare. Eppure esistono strade alternative tramite cui stare lontani dalle vie iperaffollate e rifarsi il guardaroba in modo critico e intelligente.

Da pochi giorni sono iniziati i saldi 2011 e i centri storici delle città sono gremiti di persone disposte ad aspettare al freddo pur di entrare in negozi dove, se va bene, potranno acquistare l’ultima misura rimasta del capo che avevano bramato per tutta la stagione e più probabilmente si accontenteranno del maglioncino rimasto in magazzino. In molti casi sarà l’ennesimo maglioncino che si andrà ad aggiungere agli innumerevoli altri già presenti in armadio.

Sembra che lo shopping compulsivo da saldo lasci poche vie di scampo in questi giorni. Si compra sollecitati dai prezzi stracciati delle collezioni just-in-time e dei capi usa-e-getta, oppure dalla convinzione di fare l’affare. Eppure esistono strade alternative tramite cui stare lontani dalle vie iperaffollate e rifarsi il guardaroba in modo critico e intelligente.

1) Swap party

Ogni armadio è come un talentuoso musicista che ha bisogno di un talent scout per emergere. Perciò si può iniziare organizzando un semplice cross dressing con le amiche o uno swap party condominiale. In entrambi i casi, l’obiettivo è mettere mano all’armadio e cominciare a tirare fuori tutto ciò che non ci piace più, non abbiamo mai indossato, non ci sta più bene o semplicemente abbiamo deciso che non faceva più parte del nostro stile. Si può felicemente scoprire che quella gonna un po’ stretta in vita, sta a pennello sul corpo mingherlino dell’amica e quel maglioncino color verde oliva che la dirimpettaia non ha mai indossato si intona perfettamente con i pantaloni neri che abbiamo acquistato lo scorso mese.

2) Rammendo di qualità

Esiste poi il mondo del rammendo di qualità per il quale è possibile affidarsi a piccole sartorie locali o a botteghe in franchising che si stanno velocemente diffondendo nelle grandi città. Da Xò a Orlo Express, da MrCucito a Cucioestiro, è possibile rivoltare un cappotto ancora buono, rammendare, smontare e rimontare la giacca dell’anno scorso perché sembri nuova, riparare un abito liso con applicazioni e nuovi dettagli che lo faranno apparire completamente diverso ai nostri occhi.

3) riciclo creativo

C’è sempre la possibilità di riciclare gli abiti usati in modo creativo e rimanendo dentro le quattro mura del salotto. Realizzare borse ricavate dai pantaloni di velluto o dai jeans, nuovi maglioni dalla lana recuperata, accessori dall’assembramento di decorazioni staccate dai vecchi abiti non sono operazioni impossibili. I 5 milioni di frequentatori del network Etsy fanno pensare che il mondo dell’handmade sia molto più accessibile di quanto non si pensi. In vista di tirare fuori la creatività che appartiene a ciascuno, buona norma è comunque conservare alcune parti di ciò che si vuole buttare: bottoni, cerniere, spalline dei reggiseni, fibbie e merletti. Potrebbero diventare l’asso nella manica nel caso voleste mettervi alla prova.

4) E-commerce

Esiste poi l’alternativa sostenibile che permette di acquistare restando comodamente sul divano. Anche l’e-commerce infatti si adegua ai saldi e applica le percentuali di sconto dei negozi alla merce visibile sui siti. Dal sito generalista Yoox – con la sua area dedicata all’eco-fashion Yooxigena quelli delle grandi griff della moda, è possibile fare una visita virtuale senza consumare benzina, stressarsi per un parcheggio o rimanere imbottigliati nel traffico. Da qualche anno inoltre, opera on line anche l’associazione EforPeople che consente di acquistare abiti provenienti dalle grandi case di moda i cui proventi vanno a operazioni di responsabilità sociale in Italia e nel resto del mondo.

5) Moda critica

Per coloro che non possono fare a meno dello shopping (da compiere rigorosamente con buste riciclabili!) l’alternativa si chiama moda critica. Ufficializzata nel corso delle ultime sfilate di moda a Milano, rappresenta la risposta sostenibile al mondo delle collezioni fast: progettazione creativa, materie prime di qualità o derivate da altri abiti, cura dei dettagli e lavorazione attenta. Un mix di elementi che vanno a tutto vantaggio della bellezza dei capi e dell’originalità dell’outfit. Numerose sono le botteghe e gli atelier diffusi in tutto il Paese a cui rivolgersi per poter acquistare un abito dal taglio sartoriale e dalle caratteristiche uniche. Tante sono dunque le opportunità con cui rendere un’ appassionata dedizione ai saldi in un momento di vera gratificazione.

Pamela Pelatelli

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