Il cartellone pubblicitario che produce acqua potabile dall’aria

Il cartellone, che è il primo del suo genere al mondo, prevede l’utilizzo di avanzati sistemi di captazione delle acque e di filtrazione, in grado di convertire l'umidità presente nell'aria in acqua potabile. Dal momento che l'umidità atmosferica media nella zona raggiunge quasi il 98%, ma le precipitazioni sono scarse, il cartellone è in grado di produrre fino a 96 litri di acqua potabile al giorno che vengono conservati in serbatoi di riserva.

Un cartellone che produce acqua potabile. È il primo al mondo e lo hanno inventato gli ingegneri dell’Università di Ingegneria e Tecnologia di Lima, in Perù, con lo scopo di combattere la scarsità d’acqua che affligge il loro Paese, dove le persone sono costrette di solito a utilizzare pozzi spesso inquinati.

Ma come funziona? Il cartellone, che è il primo del suo genere al mondo, prevede l’utilizzo di avanzati sistemi di captazione delle acque e di filtrazione, in grado di convertire l’umidità presente nell’aria in acqua potabile. Dal momento che l’umidità atmosferica media nella zona raggiunge quasi il 98%, ma le precipitazioni sono scarse, il cartellone è in grado di produrre fino a 96 litri di acqua potabile al giorno che vengono conservati in serbatoi di riserva.

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Secondo il video promozionale rilasciato dalla Mayo DraftDCB, che ha collaborato alla realizzazione, questo dispositivo ingegnoso ha fornito solo nei primi tre mesi di installazione ben 9450 litri. Oltre alla sua funzione di base, ovvero quella di distribuire acqua potabile in un ambiente difficile, il cartellone ispira anche i giovani peruviani a studiare ingegneria alla UTEC. “Abbiamo voluto mostrare ai futuri studenti come i progettisti possono risolvere anche bisogni sociali, rispendendo a situazioni quotidiane di base“, ha detto Alejandro Aponte, direttore creativo di Mayo DraftFCB.

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Insomma, ora, oltre che leggere la pubblicità, i residenti locali non devono fare altro che avvicinarsi e aprire il rubinetto per avere acqua pulita. Una soluzione davvero ottima, soprattutto se si considera che, come rivalano recenti stime delle Nazioni Unite, circa 2,6 miliardi di persone nel mondo hanno un accesso scarso o nullo all’acqua potabile. E la maggior parte di loro risiede in zone sottosviluppate.

Roberta Ragni

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