Acqua pubblica: la delibera AEEG per applicare i referendum è una truffa

Acqua pubblica, il volere espresso dai cittadini tramite i referendum verrà mai rispettato? L’AEEG (Autorità per l’Energie Elettrica e il Gas) ha approvato un nuovo provvedimento che non tiene conto dei risultati dei referendum sull’acqua del 2011. L’Authority prosegue dunque a non curarsi della volontà popolare.

Acqua pubblica, il volere espresso dai cittadini tramite i referendum verrà mai rispettato? L’AEEG (Autorità per l’Energie Elettrica e il Gas) ha approvato un nuovo provvedimento che non tiene conto dei risultati dei referendum sull’acqua del 2011. L’Authority prosegue dunque a non curarsi della volontà popolare.

A comunicarlo è il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua. L’AAEG doveva deliberare sulle modalità di restituzione ai cittadini della remunerazione del capitale percepito in modo illegittimo dai gestori nel periodo compreso tra luglio e dicembre 2011. Che cosa è accaduto? L’Authority ha messo a punto un metodo che permetterà ai gestori un esborso molto inferiore rispetto a quanto dovuto.

Ciò avverrà perché saranno detratti gli oneri finanziari e fiscali e gli accantonamenti per la svalutazione dei crediti. Il metodo costruito dall’Authority va contro quanto la Corte Costituzionale aveva specificato in modo chiaro qualora il Referendum avesse avuto successo, come in effetti è accaduto:

“La normativa residua, immediatamente applicabile […], non presenta elementi di contraddittorietà”. Inoltre l’Authority non fa altro che confermare ciò che il Consiglio di Stato aveva messo nero su bianco in un parere pubblicato a fine gennaio scorso, cioè che l’applicazione degli esiti referendari “non sia stata coerente – […] – con il quadro normativo risultante dalla consultazione referendaria”. Un vero e proprio paradosso.

Le parole espresse dal Consiglio di Stato tornano ora di attualità per via del nuovo provvedimento approvato dall’Authority. Si ha inoltre un importante contraddizione rispetto a quanto il Consiglio di Stato aveva stabilito, cioè che l’abrogazione del 7% aveva effetto immediato a partire dal 21 luglio 2011.

Non solo. L’AEEG è riuscita a sconfessare il TAR Toscana, che nella sentenza di accoglimento del ricorso presentato dal Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua aveva stabilito che “il criterio della remunerazione del capitale (…) essendo strettamente connesso all’oggetto del quesito referendario, viene inevitabilmente travolto dalla volontà popolare abrogatrice.

L’intenzione dell’Authority di non voler rispettare la volontà espressa con i referendum dai cittadini appare palese secondo il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, che richiede dunque le dimissioni dei vertici dell’Authority. Già lo scorso gennaio una nuova tariffa AEEG aveva violato il referendum. Ora che anche l’Europa ha fatto marcia indietro, l’AEEG non può appellarsi a dettami UE espressi dall’altro. Perché, dunque, la volontà dei cittadini italiani continua a non essere rispettata?

Marta Albè

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