Feng Shui e Bioarchitettura

Che rapporto c'è tra bioarchietettura e feng shui?

L’interno di San Gottardo 8 a Milano ha due cortili: il primo classico, di ringhiera, il secondo, quasi nascosto, sembra una porta sul passato, una corte che pare riportarti già a quel contatto con la terra e la natura a cui Materia Vera tende. Un enorme terranova mi saluta e una scia di gatti mi scorta fino alle scale di legno che mi conducono nella sala adibita all’evento a cui sono stata per voi lo scorso 26 maggio: la Conferenza su Feng Shui e bioarchitettura – un approccio combinato per l’armonia degli spazi del vivere.

Materia vera è uno studio di architettura, di bioarchitettura. E già dalla cornice che lo accoglie ci si accorge che è uno studio particolare: si tratta infatti di progettazione del paesaggio in chiave ecologica. Pane per i nostri denti insomma. Ma in effetti è meglio che non pensi alla fame in questo momento però!

In attesa che tutti i posti riservati si riempiano, assaporo odori e profumi che lo studio emana. Legno in primis. Frutta in secondo piano: le tinture al mio fianco sono rigorosamente naturali a base di purissimi pigmenti naturali.

Ed ecco le ragazze a presentarsi e a presentare il loro lavoro: Elisabetta Tonali, architetto, titolare dello studio – che ha come obiettivo principale quello di diffondere la bioarchitettura e la ecosostenibilità per la costruzione di una casa sana che “porti bellezza e freschezza nel nostro mondo” – e Silvia Begni, consulente e docente da anni di Chue Style Feng Shui e di Ji Ping Ba Zi – astrologia energetica cinese. Il suo Spazio Armonia fa parte del circuito delle Scuole ISFS (Imperial School of Feng Shui) di Grand Master Chan Kun Wah.

In genere Silvia non è coinvolta nei progetti di bioarchitettura. È una cosa nuova. Ma l’idea le è venuta naturale, spontanea, perché anche se il binomio Feng Shui bioarchitettura è ormai quasi uno stereotipo, vuole sfatare i miti e sciogliere i dubbi al riguardo. E vi assicuro che è riuscita a far molto di più!

Silvia ha conosciuto il Feng Shui per caso, aiutando a ristrutturare la casa di un’amica. Colpita dall’impatto e dalla validità delle applicazioni della teoria cinese, ha mollato la genetica delle malattie psichiatriche per dedicarsi in toto a quella che si definisce il “corpo casa” – ovvero quella interrelazione dell’uomo coi luoghi in cui abita – integrando in maniera ottimale l’approccio occidentale scientifico con quello energetico-intuitivo orientale. “Ognuno di noi sa istintivamente come sta nel suo spazio e cerca di sistemarlo al meglio, a volte però ci blocchiamo da soli creando spazi non consoni a noi”.

Ma che cos’è il Feng Shui? Disciplina in realtà molto più antica dell’arbitrario XXVI secolo di cui qualcuno parla, i primi segni di essa compaiono già nella Cina del neolitico, addirittura 4500 anni prima di Cristo: luoghi sacri posizionati in certi punti a seconda delle costellazioni, centri per agopuntura in luoghi geopaticamente atti ad assorbire al massimo le energie. Perché non dovremmo farlo anche noi nel nostro piccolo? Come? Semplice, collegando le aree della casa con le parti del nostro corpo e del nostro nucleo familiare tramite quella griglia Ba-gua che, sulla base degli 8 settori (i classici segni cardinali e i secondari) andrà ad applicarsi non solo alla nostra casa – dopo aver semplicemente stabilito quale sia il davanti e il dietro, come in una persona, si assoceranno la luce, i rumori, i materiali ad ogni luogo più adatti – ma anche a coloro che la riempiono: il nostro nucleo familiare appunto. “La conformazione dell’ambiente naturale, le forme e le posizioni delle strutture costruite, il modo in cui ogni corpo-casa si pone rispetto al macrocosmo e riceve luce, aria energia, condizionano la qualità della vita degli abitanti.

Silvia ci fa un apre le porte di questo mondo non a tutti così noto – devo ammettere che io non lo conoscevo!- parlandoci dei personaggi chiave di quella che è la casa per antonomasia: il padre, la madre, i figli maschi, le figlie femmine. I genitori rappresentano i poli della casa, lo Yin e lo Yang, perché danno inizio a tutto il resto. Senza di loro non ci sarebbe la famiglia, non ci sarebbe la casa. E dipende da loro la serenità. Sono le parti femminili e maschili che comunque ciascuno ha in sé e che ognuno deve avere armonizzate per vivere bene con se stesso. Idem in casa.

In questa disciplina ad ogni componente della famiglia corrisponde non solo un elemento della natura, ma anche una parte del corpo, un’ora della giornata, una parte dell’anno, una particolare attitudine di vita. E come Zan il tuono è il primo figlio maschio corrispondente all’ est, alle gambe, all’impeto dell’inizio, così Son è la prima figlia femmina, corrispondente al vento, al ventre e ai fianchi, all’energia del legno, al momento dell’inizio inteso come partenza anch’essa, ma verso la maturazione; è infatti collegata alla metà di maggio, periodo in cui tutti ci sentiamo meglio perché ci svegliamo dal torpore invernale. È “il cancello dell’uomo”.

Il Feng Shui è allora un modo per correlare l’esterno all’interno, l’ambiente alle emozioni, i padri ai figli: un modo per capire problemi della famiglia. Cercare le aree problematiche in casa, vedere se c’è armonia in esse e lavorare su di esse per modificarle è quindi lavorare sulle nostre emozioni, “sulle nostre stanze interne, sulle nostre paure”. Questo è il senso allora, “la correlazione col nostro vivere”.

E la bioachitettura? C’entra c’entra! Se una camera non ha i colori e i materiali armonizzati con l’energia di chi la abita (o ci convive a questo punto), occorre tinteggiare, aggiungere materiali, cambiare l’ordine delle cose. Ma perché materiali naturali e eco?

Dalla sua esperienza personale Silvia ha tratto le sue conseguenze: una pittura naturale e una “normale” emanano sensazioni diverse. Si hanno, di esse, percezioni diverse: la parete in plastica non dà niente, le altre pare addirittura cambino aspetto a seconda del tempo, delle ore; e con loro cambiano le sensazioni. “Sembrano in movimento. E, caspita, si vede la differenza!”.

I materiali naturali ci danno maggiore vitalità e ci fanno vivere meglio. Ci sono, in essi, tutti gli elementi per riequilibrare le energie.

Nella eco sostenibilità c’è tutto il ciclo dello Yin e Yang – dalla terra al ritorno ad essa passando per gli altri elementi e per il metallo – e con essa si rispetta non solo l’ambiente, ma anche le persone. Inoltre, ci sono finiture davvero inaspettate! Argille con ossidi e pigmenti derivati dai vegetali in sostituzione di materiali chimici, limature particolari invece delle resine. Infine la casa organica oggi come oggi non è più un lusso per pochi. I prezzi non sono più così esorbitanti.

Scegliere quindi materiali naturali è una scelta etica non solo nei confronti del mondo circostante, ma anche di se stessi.

Integrare Feng Shui e materiali naturali significa allora introdurre in casa qualcosa che abbia vita, che produca vibrazione, che parli per aumentare il nostro benessere, inteso come vitalità, come ascolto di sé, come voglia si serenità.

Da qui il via ad Abitare Consapevole, un corso dedicato ad architetti e progettisti su geobiologia – disciplina millenaria che studia le interazioni dei campi energetici naturali con l’equilibrio biofisico degli esseri viventi- Feng Shui e bioarchitettura, per chi voglia intraprendere una carriera forse più vicina al senso profondo della vita.

Il sogno di Silvia e Elisabetta sarebbe creare quartieri “parlanti” e non semplici case dormitorio: in genere non si saluta il dirimpettaio! Creare cioè case in cui l’abitare sia un atto consapevole. E dato che è impensabile che oggi un architetto si faccia formazione in tutte e 4 le discipline, ecco un primo corso a ottobre di 4 giornate, poi ampliabile in uno annuale di vera formazione in cui apprendere davvero una professione nuova.

Ma dove invece si possono apprendere principi base del Feng Shui, immediatamente spendibili, per studiare la casa in maniera autonoma? Spazio Armonia organizza spesso corsi base di due giorni: il prossimo proprio a Materia Viva il weekend del 5 e 6 giugno.

Capire cosa non ci è funzionale. Ci rendono sicuri le cose attorno a noi. Come il grasso che si accumula per non far entrare gli altri. Né in casa, né in sé stesso. L’asettico invece sta capendo chi è. E rimetterà oggetti e colori. Personalizzando l’esterno. Parti del corpo, della nostra vita e le stanze. La stanza del casino indica che non sai che tipo di relazione vuoi. fai ordine. Un pianoforte di sottofondo ci accompagna alle conclusioni.

Ancora una volta le cose di cui si è parlato mi stimolano e si confanno in pieno. Osservare la casa per capire se stessi e poi agire allora! Far pulizia ed eliminare il superfluo, ad esempio, per far circolare energia. Osservare se stessi e accettarsi.

E cambiare le cose che non vanno nella casa che stai lasciando per non ritrovartele in quella nuova: in effetti ho accumulato cose per 8 anni! E ora che vivo con solo il letto e il divano perché ho bloccato 3 mesi fa il trasloco praticamente alla fine e avevo portato via praticamente tutto, vivo meglio. La “stanza del casino” era la mia casa: avevo casino dentro in poche parole! E lo riflettevo riempiendo ogni centimetro. Casino in casa vuol dire casino dentro. Noncuranza degli ambienti in cui viviamo, noncuranza di sé.

Davvero molto su cui riflettere, se si vuole farlo. Volersi bene comincia sempre da qui, dal fatto di mettersi in discussione, dal volere capire i propri limiti, per superarli, per vedere ogni ostacolo come qualcosa oltre il quale si starà meglio e non come motivo d’abbattimento.

La casa non è muro. Ascoltiamola allora come fosse un corpo, come fosse il nostro corpo casa, perché il posto in cui viviamo respira con noi e si riflette nella nostra vita.

Lavorare sulla casa è lavorare su di sé!

Valentina Nizardo

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