Carpooling: ecco perché in Italia non decolla. Intervista a Lorenzo Carbone di Avacar.it

Il carpooling è una pratica che, in Italia, non ha ancora preso troppo piede. E' giusta, sostenibile, permette di conoscere nuove persone e soprattutto fa risparmiare. Nel web si possono trovare tantissimi siti, molto simili tra loro, che offrono a grandi linee lo stesso servizio.

Il carpooling è una pratica che, in Italia, non ha ancora preso troppo piede. È giusta, sostenibile, permette di conoscere nuove persone e soprattutto fa risparmiare. Nel web si possono trovare tantissimi siti, molto simili tra loro, che offrono a grandi linee lo stesso servizio.

Ne abbiamo incontrato uno, Avacar.it, e parlando con Lorenzo Carbone (uno degli ideatori) abbiamo cercato di capire meglio un settore e una tipologia di servizio che, vuoi per l’eccessiva concorrenza o vuoi per un discorso legato alla nostra cultura fatta di paure e timori, ancora si fa fatica ad accettare.

Ciao Lorenzo, raccontaci cosa ha spinto te e i tuoi soci a creare un progetto del genere. Insomma, perché è nato Avacar?

Avacar è nato dall’esperienza personale di noi tutti: tutto i team è, infatti, composto da lavoratori emigranti. Siamo nati a Bari, ma c’è chi vive a Roma e chi vive a Milano. Ogni volta, quindi, si tornasse a casa nel weekend si era costretti ad effettuare un sacco di telefonate o ad inviare decine e decine di email per potersi organizzare con i compagni di viaggio di turno. Con Avacar non abbiamo fatto altro che creare una piattaforma su cui unificare tutte le funzionalità necessarie all’organizzazione di viaggi, rendendo tale procedura se possibile anche divertente.

Da quanto tempo conoscete il carpooling e prima della nascita di Avacar l’avevate mai utilizzato?

Conoscevamo il carpooling da un paio d’anni prima della creazione di Avacar, grazie ad esperienze di vita all’estero e l’avevamo sperimentato anche qui in Italia poco prima della nascita della startup.

carpooling ironico

Perché Avacar? Cosa significa?

Avacar perché è un nome molto attraente oltre che facile da ricordare e pregno di significato: con Avacar infatti si fa evidentemente riferimento all’avatar che contraddistingue ognuno di noi sul web, quel personaggio che ci rappresenta nei social network, e con ”car” alludiamo chiaramente al significato che il termine ha nella lingua inglese, ovvero l’automobile. Messi insieme questi due concetti ci portano al nome del nostro portale. Inoltre AV-A-CAR è uno slang americano per dire “HAVE A CAR” … anche se effettivamente non la hai!

In Italia come scritto in apertura, al contrario di altri paesi, c’è una bella concorrenza in termini di siti che offrono il servizio carpooling. Siete sicuri che avevamo bisogno anche di voi?

Quando Avacar è sorto, non c’erano tutti i competitor che ci sono al giorno d’oggi o non erano cosi diffusi in Italia. Se devo dirla tutta, onestamente, a me piacerebbe anche riuscire a “fare sistema”. Un’unica grande piattaforma, per me, sarebbe un realmente utile: l’intero bacino d’utenza dei car pooler a disposizione aumenterebbe in misura esponenziale le possibilità che un viaggiatore ha di trovare un passaggio adatto alle sue necessità. Attuarla è, però, veramente complicato.

Quindi se ci fosse un solo network che racchiude tutti gli utenti il servizio in Italia migliorerebbe?

A parole, probabilmente, sì. Il vero problema è però un altro. Te lo dico da persona che è dentro questo settore ormai da due anni: in Italia il perché non decolli è riscontrabile nella mentalità troppo chiusa e sospettosa nei confronti del prossimo. Se tutti quanti cominciassimo a farlo gradualmente, ovvero magari in compagnia di un amico e non completamente soli, forse capiremmo l’occasione di condivisione che rischiamo di perdere.

Ricapitolando: un solo network aiuterebbe, ma il vero problema in Italia è nella mentalità degli italiani?

Esatto è proprio così. Quando si risponde alla domanda ”viaggeresti con uno sconosciuto?” nella maggior parte dei casi la risposta è ”No”. Questo tematica è evidenziata anche quando ci interfacciamo con enti pubblici e/o privati: finché non si supererà questo limite purtroppo il carpooling in questo paese non prenderà mai piede completamente. È, oltretutto, un peccato visto l’attuale costo del carburante e la crisi.

Ora dicci la verità: in Avacar cosa c’è di differente rispetto ai tanti altri progetti che troviamo sul web?

Diciamo che la nostra differenza è “culturale“. Il nostro portale vuole essere giovane (come noi!) e orientarsi principalmente al mondo universitario (abbiamo tantissime partnership con le più importanti università italiane). Crediamo che proprio “parlando” con i nostri coetanei si possa cambiare la tendenza.

Sappiamo anche che avete vinto dei riconoscimenti. Vero?

Il nostro progetto è nato proprio grazie ad un finanziamento vinto col bando Principi Attivi emesso dalla Regione Puglia nel 2010; successivamente ci siamo aggiudicati il Festival dell’Innovazione del 2011 a Bari ed il Social Media Week tenutosi a Palazzo Chigi nello stesso anno, manifestazione per cui ci siamo classificati tra i primi 5 progetti su più di 300 candidature a livello nazionale.

Torniamo a stimolare il lato della sincerità: voi da questo Avacar volete generare un business?

Sono sincero l’idea nasce per esigenze veramente personali e perché ci piace essere social e green. Poi ovvio ora ci stiamo prendendo gusto soprattutto da quando l’attenzione di partner commerciali e business angel si è fatta più viva.

Quindi con Avacar ci state guadagnando?

Ora non esageriamo! Il nostro guadagno è stato vedere trasformare un’idea in qualcosa di concreto. Ci sono delle entrate ma servono solo per dare ossigeno al progetto. Siamo in quattro ed ognuno di noi ha la sua occupazione personale, motivo per cui portiamo avanti Avacar più per passione che per altri fini.

Progetti futuri in ambito Avacar?

I prossimi step di Avacar sono la App mobile multipiattaforma e il B2B che in realtà stiamo già portando avanti su qualche grosso cliente.

Un saluto Lorenzo, grazie per averci illuminato su alcuni aspetti, ma ora prova a far di più e suggerirci la ricetta perché il carpooling diventi realtà anche da noi.

Italia, non avere paura di sperimentare, di essere nuova, di condividere. Superato quel timore veramente qualcosa cambierà! Grazie a voi, a presto e seguiteci !

Alessandro Ribaldi

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