Guida al Commercio Equo & Solidale: tutto ciò che bisogna sapere sul Fair Trade

Nel mondo in cui viviamo oggi, il sistema di mercato che va per la maggiore è senza dubbio quello capitalistico. Tra pregi e difetti è quello che si è imposto e che scandisce una percentuale elevata degli scambi commerciali mondiali.

Tutto questo porta purtroppo ad una serie di svantaggi che vanno a colpire ovviamente i paesi in via di sviluppo, dove alla mano d’opera non viene riconosciuto il giusto valore e le materie prime vengono sottratte a prezzi irrisori grazie al peso politico degli stati più potenti. Qui entra in gioco il Commercio Equo e Solidale.

Questa forma alternativa di scambi commerciali nasce in risposta ad un mercato che ha progressivamente peggiorato le condizioni di vita delle popolazioni più deboli, portando i livelli di povertà a picchi mai visti. In sostanza rappresenta la risposta credibile ad un sistema che continua a sfruttare molti per arricchire pochi.

La nascita del Commercio Equo e Solidale

World Fair Trade

Si fa risalire alla fine degli Anni ’50, in occasione della nascita di “S.O.S. Wereldhandel“, una fondazione creata da un gruppo di giovani del Partito Cattolico olandese a Kerkrade. Il passo che segna però in maniera decisa la direzione da perseguire è la fondazione di un’ONG inglese, l’OXFAM, costituita da dei quaccheri e da alcuni gruppi religiosi ad Oxford. Questa organizzazione si rende conto che i paesi poveri hanno bisogno non dell’elemosina dei Paesi ricchi, ma di un sistema commerciale che sappia metterli nelle condizioni di essere partner commerciali alla pari.

Nel corso degli anni molti progressi e molte lotte sono state fatte, e soprattutto iniziative volte allo sviluppo del Commercio equo e solidale si sono sviluppate nel mondo. La prima in Italia risale al 1976, quando viene fondata la Cooperativa Sir John Ltd di Morbegno ( SO ) , che nel 1979 avvierà la vendita di prodotti artigianali in juta del Bangladesh.

Come funziona il mercato Equo e Solidale

approfondire

Vengono stipulati accordi diretti (senza quindi intermediari commerciali) con i piccoli produttori, altrimenti emarginati dalle grandi corporazioni. I prezzi corrisposti per la produzione sono stabiliti in base ad un criterio di “equità”, ad esempio: se per il mercato mondiale alla produzione viene corrisposto un importo di 890$ per tonnellata di cacao, il commercio equo e solidale corrisponde invece 1750$. ( Fonte: F.L.O. )

Intorno a queste produzioni nascono cooperative dove i lavoratori partecipano realmente alle decisioni prese ed hanno salari sottoposti a costante controllo ( per evitare oscillazioni speculative ) e le condizioni di lavoro rispettano i diritti dei lavoratori stabiliti dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro.

Altro elemento che contraddistingue il commercio Equo e Solidale è che i bambini non sono considerati forza lavoro. Vengono trattati nel rispetto delle convenzioni internazionali sui diritti dell’infanzia ed a loro viene così garantita l’istruzione.

Ai produttori vengono poi garantiti finanziamenti pari fino al 50% del fabbisogno, così che non incorrano nel rischio di finire nelle mani degli usurai.equo1

Uno dei punti cardine di questo sistema di scambio è la trasparenza verso i consumatori, che vengono messi nelle condizioni di sapere esattamente le voci che compongono il prezzo finale e di conoscere in che modo i soldi che spenderà verranno riutilizzati.

A tutto questo si aggiunge una campagna dedicata all’informazione, all’educazione ed alle politiche di Commercio Equo e Solidale, oltre a diffondere rapporti periodici sullo stato del commercio mondiale e nei Paesi meno sviluppati.

Il lato “green” del Commercio Equo e Solidale

Oltre alle varie caratteristiche descritte sopra, un’altra rende il Commercio Equo e Solidale particolarmente appetibile da chi vuole prestare un po’ più di attenzione alla Terra: il rispetto dell’Ambiente.

Grazie a questo sistema vengono privilegiate e promosse produzioni biologiche e l’utilizzo di materiali riciclabili. Oltre a questo vengono organizzati e gestiti i processi produttivi in modo che l’ impatto ambientale sia il minore possibile.

Il percorso Equo e Solidale:

Essere produttori –

All’inizio della catena, peraltro estremamente corta, del Commercio Equo e Solidale si trovano come ovvio le comunità dei produttori locali. Alle spalle di queste associazioni vi sono storie diverse, ma tutte comunque accomunate dalle stesse speranze per il futuro o dai piccoli miracoli quotidiani compiuti da questi uomini e donne. I prodotti solidali vanno dal caffè al cioccolato, dagli zainetti e le borse, alla cola a tanti altri oggetti per la casa.

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Ci sono, ad esempio, famiglie di indigeni Zapotecos che si sono riunite nell’Uciri ( Uniòn de las Comunidades Indigenas de la Regiòn del Istmo ), nata nel 1983 e passata dalle 500 famiglie partecipanti alle circa 2500 attuali. Grazie a questa iniziativa l’intera area regione montuosa di Oxaca, nel sud del Messico, ha potuto progredire economicamente grazie alle esportazioni di caffè biologico certificato in Europa, Stati Uniti, Canada e Giappone.

Dalla cooperativa in Costa d’Avorio “DAA WO-RI” ( tradotto significa “ci si aiuta” ) arriva il burro di Karitè, realizzato con la macina di noci in mortai di legno manuali dalle donne del villaggio di Nassian. Il mercato Equo e Solidale per loro vuol dire istruzione per i figli e la possibilità di mantenere attivo un fondo per le emergenze.

Un importante contributo al Commercio Equo e Solidale, ma anche e soprattutto alla nostra cara Terra viene da circa 200 famiglie di indigeni del Dipartimento del Pando, estremo nord della Bolivia e parte della regione amazzonica. Riuniti in una cooperativa ( dal 2003 certificata da Bolicert, unità di certificazione boliviana per i prodotti biologici ) che si occupa di raccogliere l’estratto di noce amazzonica dalla quale si ricava la gomma. Qui un mercato rispettoso dei lavoratori e produttori non solo permette loro di sopravvivere, ma consente di farlo nel pieno rispetto dell’eco-sistema e del patrimonio ambientale.

In alcuni casi il mercato solidale si spinge oltre, e si occupa di sostegno a quelle zone in cui non è soltanto la fame e la povertà il nemico da battere. Ci sono situazioni complesse come quella mediorientale e quella tibetana dove il Commercio Equo e Solidale entra per dare speranze per il futuro.

equosolidaleLa Parc ( Palestinian Agricoltural Relief Centre ) nel 1983 ha iniziato a finanziare piccole cooperative di donne allo scopo di incentivare la produzione di prodotti agricoli locali. La vendita veniva fatta in loco e consentiva alle famiglie ( spesso guidate proprio dalle donne, visto che gli uomini erano morti, o prigionieri o guerriglieri dell’ Intifada ) di ricevere un compenso che garantisse loro il minimo per sfamarsi. Quando queste piccole cooperative sono entrate in contatto con la Oxfam Wereldwinkel ( centrale belga-fiamminga di commercio equo e solidale ) , le cose sono ulteriormente migliorate e ad oggi circa 250 kg di cous cous vengono ordinati ogni anno. Questo garantisce un compenso di circa il 30% più alto rispetto alla media retributiva locale alle donne coinvolte nella produzione.

A sostegno della nutrita comunità tibetana, esule in India, interviene la TRSHH ( Tibetan Refugee Self Help Handicrafts ). Come ormai in molti sanno, nel 1959 il Tibet venne invaso dalla Cina. A coloro che non sono finiti in catene o ai lavori forzati, l’unica alternativa plausibile che si è presentata è stata la fuga dalla propria terra. Sostenersi è diventata per i tibetani una priorità da affrontare in un paese straniero. LA TRSHH si occupa di dar lavoro a circa 1300 esuli producendo, grazie alla loro manodopera, zaini e borse, oggetti per ufficio, camicie e tessuti in cotone che vengono poi esportati in tutto il mondo.

La Distribuzione

Un ruolo importantissimo all’interno della catena produttiva del Commercio Equo e Solidale è rappresentato dalle Centrali di Importazione ( o anche dette Alternative Trade Organizations ). Queste organizzazioni si occupano, come dice il nome stesso, di far sì che i prodotti realizzati dai produttori possano arrivare ai vari mercati, siano essi rappresentati direttamente dai venditori al dettaglio, che dalla grande distribuzione.

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L’importanza della catena di distribuzione non risiede soltanto nel trovare questi sbocchi economici, ma anche nel crearli e nell’incentivarli presso i governi nazionali e presso le istituzioni internazionali. Alcuni esempi di questi protagonisti sono la Altromercato, la cooperativa Equomercato o la cooperativa palermitana Scambi Sostenibili. Proprio Altromercato è insieme a Fair Trade uno dei marchi più conosciuti del panorama Equo e Solidale italiano.

Dal dire al fare: essere consumatori ” equi e solidali

Sparse su tutto il territorio italiano ci sono migliaia di piccoli e grandi negozi e venditori di prodotti provenienti dal mercato Equo e Solidale. (Vedi le Botteghe nel mondo) Ormai rappresentano una realtà consolidata, ma non per questo non ha bisogno sempre di un costante incoraggiamento da parte di noi consumatori. I punti vendita sono, come ovvio, numerosi nei grandi centri come Roma e Milano, ma hanno una buona copertura anche nelle medie e piccole città, come testimoniano l’Associazione degli Entusiasti ( a Loreto Aprutino, in provincia di Pescara ) o L’Utopia ( a Gioiosa Jonica, provincia di Reggio Calabria ). Seguendo il link de La mia spesa per la Pace possiamo avere anche molti altri indirizzi di botteghe dove poter far incetta di prodotti come questi, che così tanto di buono hanno da offrire.

Una città nella città: La CAE ( Città dell’AltraEconomia ) a Roma

Nel cuore della Roma vecchia e multiculturale, in quello che è ormai uno dei consolidati centri della “movida” capitolina ovvero la zona di Testaccio, si trova un esempio unico in Italia: la Città dell’Altra Economia. Nata nel Settembre 2007 ( per iniziativa del Comune di Roma sotto la giunta Veltroni e del Tavolo dell’Altra Economia e sostenuta da EquiPe ), raccoglie al suo interno varie componenti, tutte ovviamente votate al rispetto del giusto valore del lavoro e della produzione biologica. Al suo interno troviamo un negozio di abbigliamento, borse, idee regalo e tanto altro, tutto proveniente dai produttori affiliati al Commercio Equo e Solidale.

AltraEconomia

Presenta anche un vero e proprio supermercato, dove poter acquistare tutti i prodotti necessari a soddisfare i nostri bisogni quotidiani, rigorosamente biologici. A completare il tutto il BioBar ed il BioRistorante, dove si possono gustare prodotti provenienti da agricoltura ed allevamenti biologici, oltre a bevande come il guaranito ( a base di guaranà ) o anche delle birre prodotte con malto d’orzo, frumento o riso provenienti da paesi come ad esempio la Bolivia o come un’ottima acquavite proveniente dal Brasile.

Eventi, manifestazioni, e qualche curiosità…

Durante l’anno in tutto il mondo si svolgono manifestazioni legate al mercato sostenibile. Un esempio su tutti è ovviamente rappresentato dalla Giornata Mondiale del Commercio Equo e Solidale, ma anche altre iniziative come L’AltraDomenica organizzata ogni terza domenica del mese proprio presso la Città dell’AltraEconomia a Roma. Pensando invece a quelle giornate che dedichiamo maggiormente a noi ed alle nostre famiglie, come ad esempio Pasqua o perché no anche il Matrimonio: ci sono delle interessanti possibilità di renderle eque e solidali oltre che belle e divertenti. Commercio Equo e Solidale non vuol dire meno divertimento per noi, solo più giustizia per tutti.

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