Deep Green: finanziati dal governo inglese gli aquiloni subacquei della Minesto

A distanza di quasi due anni da quando greenMe.it ne parlò per la prima volta, il progetto Deep Green della società Minesto ha avuto in questi giorni il suo primo, importante riconoscimento. La Carbon Trust – compagnia no profit voluta dal governo inglese per lo sviluppo delle energie rinnovabili – ha infatti premiato questa innovativa e curiosa forma di green energy con un assegno di ben 350.000 sterline (più di 560.000 euro), confermando quindi questi strani aquiloni subacquei (o underwater kites) come una delle fonti pulite del futuro su cui vale la pena scommettere. E, quindi, finanziare.

A distanza di quasi due anni da quando greenMe.it ne parlò per la prima volta, il progetto Deep Green della società Minesto ha avuto in questi giorni il suo primo, importante riconoscimento. La Carbon Trust – compagnia no profit voluta dal governo inglese per lo sviluppo delle energie rinnovabili – ha infatti premiato questa innovativa e curiosa forma di green energy con un assegno di ben 350.000 sterline (più di 560.000 euro), confermando quindi questi strani aquiloni subacquei (o underwater kites) come una delle fonti pulite del futuro su cui vale la pena scommettere. E, quindi, finanziare.

Sono diverse le tecniche con cui l’uomo ha tentato e tenta tuttora di ricavare energia dalle correnti marine, ma quella messa a punto dagli ingegneri della Minesto è forse una delle più raffinate. Si tratta, in riassunto, di un’ala libera (12 metri) di muoversi entro un certo raggio d’azione e ancorato al fondale marino da un cavo d’acciaio. Grazie alla combinazione di motore a elica e timone, l’underwater kite compie una traiettoria a 8, durante la quale è in grado di produrre, per i principi della cinetica, un quantitativo di energia pari a 500 kW (in potenza).

I vantaggi, inutile dirlo, sono molteplici: bassissimo impatto ambientale, costo kW/h ridotto, zero produzione di gas a effetto serra. “Il progetto Deep Green – ha dichiarato il Direttore delle Innovazioni alla Carbon Trust Benj Sykes – rappresenta una tecnologia davvero interessante, poiché potrebbe portare a un cambio di rotta nel ridurre i costi dell’energia marina e aprire nuovi spazi di applicazione sulle coste UK. L’energia marina – ha aggiunto – ha un potenziale di 18 terawatt/ora, pari al 5% del fabbisogno UK. Viene spontaneo chiedersi quale futuro potrebbe avere anche da noi un’energia simile”.

Di certo, per un paese come l’Italia che confina con ben quattro mari, le premesse ci sono. L’unica differenza, forse, è la miopia del governo, che invece di investire in un futuro green, continua a rincorrere il sogno del nucleare.

Leggi il nostro articolo sul progetto Deep Green

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