Diagnosi energetica e recupero degli immobili per un Piano Casa a prova di ESCO

Riqualificazione degli immobili esistenti, diagnosi energetica e ESCO le componenti per valorizzare nella giusta direzione il Piano Casa,

Quello italiano è un Piano Casa messo in discussione da partiti dell’opposizione come il Pd e l’Idv, associazioni ambientaliste come Legambiente ed esperti energetici quali il saggista Maurizio Pallante. Da un punto di vista ambientalista il piano parla di efficienza energetica, cosa buona, parla di fonti energetiche rinnovabili, cosa ottima e di qualità architettonica, eccellente ma, non elimina mai l’elemento per cui è nato: l’investimento economico inteso come ampliamento delle dimensioni degli edifici residenziali.

L’Intesa tra Governo, Regioni ed Enti Locali sul Piano Casa, datata 31 marzo 2009, prevede tre azioni principali riassunte di seguito:

  1. Per edifici residenziali uni-bifamiliari o di cubatura non superiore a 1000 m³ possibilità di ampliamento entro il limite del 20% della volumetria esistente.
  2. Interventi straordinari di demolizione e ricostruzione con ampliamento per edifici residenziali entro il 35% della volumetria esistente per migliorare qualità architettonica, efficienza energetica e uso di fonti energetiche rinnovabili secondo criteri di sostenibilità ambientale.
  3. Semplificazione delle procedure per attuare i punti 1 e 2.

Inoltre, per venire incontro al fabbisogno abitativo di chi ha difficoltà ad accedere al libero mercato della locazione, Governo, Regioni e autonomie locali avvieranno uno studio congiunto di fattibilità per nuovi insediamenti urbanistici da edificare.

Com’è possibile ridurre il consumo energetico continuando ad aumentare il volume dei complessi abitativi? Ma soprattutto, perché parlare di ampliamenti quando in Italia le case disabitate, sfitte e da ristrutturare sono tantissime?
AdnKronos pubblica a gennaio 2009 le stime del Cescat (Centro Studi Casa Ambiente e Territorio di Assoedilizia): “2 milioni di immobili abbandonati e disabitati”, edifici da recuperare e ripopolare.

Cosa fare con tutti gli stabili senza padrone che occupano campagne, colline e montagne italiane?

Maurizio Pallante, durante l’intervento dell’8 marzo 2009 a Firenze, parla di riduzione del consumo e diminuzione dell’impatto ambientale come soluzioni alla crisi in corso.

E proprio sul piano edilizio Pallante afferma l’importanza di ridurre i consumi energetici almeno del 50% partendo dalle case. Bisogna fare una diagnosi energetica degli edifici per capire quanto viene consumato e quanto sprecato e imporre localmente dei regolamenti edilizi che, sulla scia del comune di Bolzano, limitino il consumo massimo consentito a 7L/m² all’anno.

Riparare e ottimizzare il già esistente è un modo per:

  • riciclare in edilizia evitando ulteriori sprechi;
  • porre un limite all’espansione dei piani regolatori locali (il Piano Casa favorisce una presenza antropica sempre maggiore sul territorio a discapito dei luoghi naturali);
  • impiegare manodopera e capitali per anni incentivando l’economia e promuovendo figure professionali più qualificate.

Ed è qui che entrano in campo le ESCO (Energy Service Company) società che ristrutturano gli immobili a loro spese per potenziarne l’efficienza energetica e, a lavoro ultimato, ammortizzano i costi d’investimento incassando per un certo numero di anni il risparmio energetico ottenuto.

ESCOCome lavora una ESCO?

Queste società all’avanguardia intervengono sul territorio seguendo specifiche prassi:

Prima cosa – fanno una diagnosi energetica volta ad individuare gli sprechi, le inefficienze, e gli usi impropri di un certo ambiente.

Secondo passaggio – la definizione del progetto esecutivo e delle modalità di intervento.

Terzo puntoreperire i capitali per l’investimento e per realizzare i lavori.

A intervento concluso la società gestirà l’impianto per tutto il periodo concordato con l’utente finale ammortizzando le spese incontrate.

I benefici economici e ambientali sono numerosi:
  • Impianti più affidabili;
  • Risparmi nei costi per l’energia;
  • Una migliore qualità dei servizi energetici a rete;
  • Costi di manutenzione più bassi perché gestiti dall’esterno;
  • Persone altamente qualificate che aggiornano a livello normativo gli impianti;
  • Miglioramento delle condizioni ambientali esterne e della propria abitazione e/o azienda;
  • Una forte riduzione dei consumi energetici;
  • Nessun rischio finanziario perché la ESCO rimane unica responsabile.

Legambiente scrive “Il piano casa sia una spinta alla riqualificazione energetica” e sottolinea l’importanza della riconversione del patrimonio immobiliare, dell’efficienza energetica e dell’uso delle fonti rinnovabili in linea con Maurizio Pallante.

Italia dei Valori e Pd si oppongono a un progetto che reputano l’ennesima trovata pubblicitaria del Governo.
Di fronte a questa sfida edilizia, necessaria per il Paese anche dopo la tragedia abruzzese, diventa fondamentale la presenza di figure specializzate come le ESCO che a livello locale possono fare molto, promuovendo un nuovo tipo di architettura e impiantistica fondata sulla sicurezza, sulla riduzione dell’impiego di risorse e su un minor impatto ambientale.
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