Neu Monte Rosa Hutte: il rifugio di montagna ecosostenibile

E’ stato inaugurato agli inizi nella primavera del 2010 sul ghiacciolo di Gornergrat, nella parte svizzera delle Alpi, ad un’altezza di 2883 metri. E’, probabilmente, il più avveniristico e particolare rifugio di montagna al mondo; stiamo parlando di Neue Monte Rosa Hutte.

È stato inaugurato agli inizi nella primavera del 2010 sul ghiacciaio di Gornergrat, nella parte svizzera delle Alpi, ad un’altezza di 2883 metri. È, probabilmente, il più avveniristico e particolare rifugio di montagna al mondo; stiamo parlando di Neue Monte Rosa Hutte.

L’aspetto più sconvolgente della costruzione sta proprio nella sua architettura. Non è proprio il classico chalet o la baia in legno. Il Neu Monte Rosa Hutte è un edificio di 5 piani che offre un panorama unico, in grado di mozzare il fiato. La facciata, infatti, si presenta con una struttura di cristallo di roccia sfaccettato in perfetto equilibrio tra design ed alta tecnologia. Il progetto, ideato da alcuni ricercatori dell’EMPA – Istituto Nazionale Svizzero per la ricerca nel campo dei materiali – è innovativo anche in termini di ecosostenibilità, essendo autosufficiente al 90%.

Questo particolare rifugio ha elementi strutturali in legno, prodotti con macchine a controllo numerico, riuscendo così ad ottimizzare costi e trasporti. Una stima preventiva ha, infatti, permesso di applicare la logica della sostenibilità anche nell’organizzazione del trasporto, del montaggio e del cantiere generale. La caratteristica principale del progetto è, però, la capacità di modulare la luce naturale. La facciata, composto da un’ampia finestra, permette di godere del paesaggio circostante direttamente dalla sala da pranzo. Vi sono, inoltre, altre numerose aperture che consentono anche alle sale interne di usufruire di tutta la luce generata dal sole. Diverso è il discorso per i tetti in facciata. Sono integrati nella copertura a sezioni diagonali e, visto il loro posizionamento, sono stati sottoposti a speciali test di resistenza al vento. Ovviamente, la struttura esternamente è rivestita di pannelli solari che permettono un’autosufficienza energetica per l’acqua calda.

Non solo energia solare. Presenti anche 85 mq di pannelli fotovoltaici capaci di permettere il trattamento delle acque sporche, l’illuminazione e l’utilizzo degli elettrodomestici. Per quanto riguarda, invece, l’energia in eccesso è stata studia un’intelligente modalità di riutilizzo. Mediante degli accumulatori viene conserva e garantita, in mancanza di luce, una continuità della fornitura. Per mezzo di un sistema integrato avviene la gestione della risorsa che, attraverso una preventiva analisi meteorologica e del numero di ospiti previsti, consente una riduzione delle emissioni di Co2 di circa un terzo per notte ad utente.

Il rifugio non è stato un progetto low budget. Sono stati spesi circa 5,7 miliardi di franchi svizzeri. Ha una capienza che permette di ospitare fino ad un massimo di 120 persone e, oltre la funzione turistica, viene utilizzato come punto base per ricerche universitarie su domotica ed energia. Nonostante esista da pochi mesi ha già potuto fregiarsi di un importante riconoscimento: l‘Holcim Award Bronze Europe. Uno dei premi più importanti al mondo per quanto riguarda l’edilizia sostenibile.

Perfino lo smaltimento dei rifiuti, utilizzati nella costruzione, è stato pensato in modo tale da trovare una soluzione totalmente efficiente. È bastato usare materiali facilmente eliminabili e riciclabili che non hanno emesso sostanze nocive per l’ambiente, non alterando l’ecosistema nella quale sono stati inseriti.

Neue Monte Rosa Hutte è, quindi, un rifugio montano che dell’ecosostenibilità fa il suo vanto. Se quest’anno la settimana bianca pensate di farla sulle Alpi Svizzere, una visita per un riposo in un luogo amico dell’ambiente è quanto meno doverosa.

Alessandro Ribaldi

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