Albero di natale, vero o finto? Consigli e idee per scegliere quello giusto

Anche quest’anno – con l’avvicinarsi del Natale – si ripropone inevitabile la domanda fatidica per chi intende decorare la propria casa in stile natalizio: meglio l’albero vero o quello finto? Secondo alcuni, è preferibile l’albero in plastica, che evita di tagliare gli alberi, lasciando così intatta la natura oltre che essere riutilizzato più volte; secondo altri invece è preferibile l’albero vero, a patto che lo si tratti correttamente e si abbiano alcune piccole attenzioni.

Anche quest’anno – con l’avvicinarsi del Natale – si ripropone inevitabile la domanda fatidica per chi intende decorare la propria casa in stile natalizio: meglio l’albero vero o quello finto? Secondo alcuni, è preferibile l’albero in plastica, che evita di tagliare gli alberi, lasciando così intatta la natura oltre che essere riutilizzato più volte; secondo altri invece è preferibile l’albero vero, a patto che lo si tratti correttamente e si abbiano alcune piccole attenzioni.

Secondo la Coldiretti, è preferibile acquistare e addobbare un albero vero, un consiglio che fa crollare il mito dell’albero finto ma ecologico e invita i consumatori a fare scelte diverse rispetto a quelle promosse fino a qualche anno fa.

Secondo quanto riferisce l’associazione, infatti, il mito del sintetico che protegge i boschi non esiste, perché i cinque milioni di alberi di plastica che verranno venduti quest’anno emetteranno gli stessi gas di sei milioni di chilometri percorsi in macchina. “Gli alberi cinesi – ha fatto sapere la Coldiretti – sono prodotti con leghe metalliche e plastiche tipo polivinilcloruro (PVC) e polietilene tereflalato (PET), fonte di inquinamento sia durante la produzione che durante il trasporto e lo smaltimento”.

Acquistare un albero di natale vero piuttosto che uno finto è più vantaggioso per l’ambiente, ma anche per l’economia e la società. Come fa notare anche Pefc Italia “la plastica deriva dal petrolio e quindi a costi ambientali e di smaltimento molto elevati; poi l’abete in casa respira, assorbendo anidride carbonica e rilasciando ossigeno, ma anche rilasciando oli essenziali che purificano e aromatizzano la stanza”. “Con l’acquisto dell’abete si valorizza un’attività produttiva che dà reddito a un migliaio di piccole aziende agro-forestali in aree marginali creando una economia integrativa a tante famiglie che lavorano nelle Alpi e nell’Appennino” spiega Antonio Brunori, segretario generale del PEFC Italia. Come?Gli abeti di origine italiana presenti sul mercato natalizio derivano per circa il 90% da coltivazioni specializzate, cioè da piantagioni, che occupano stagionalmente oltre mille piccole aziende agricole in Italia. C’è poi un importante numero di piante (il restante 10%) che sono vendute senza radici, cioé cimali o punte di abete: queste derivano dalla normale pratica di gestione forestale che prevede interventi colturali di “sfolli” o diradamenti, operazioni indispensabili per lo sviluppo delle foreste più pulite e più fruibili”, rende noto il PEFC Italia. “Con queste piantagioni arboree e con queste operazioni selvicolturali si contribuisce a migliorare l’assetto idrogeologico delle colline e a contrastare l’erosione e gli incendi, perché gli abeti sono generalmente coltivati soprattutto in terreni marginali altrimenti destinati all’abbandono”.

Ciò nonostante, cinque milioni di famiglie hanno già scelto di acquistare un albero di Natale finto, molto più comodo, perché non sporca, non perde gli aghi, può stare ovunque, si monta, si smonta e si ripone in garage, ma certamente ma è non in linea con le esigenze dell’ambiente.
Meglio dunque optare per un albero vero ( e circa sei milioni di italiani hanno già fatto questa scelta green, spendendo complessivamente 140 milioni di euro) a patto però che si seguano alcuni principi fondamentali.

Quale scegliere? Ecco i consigli

Appurato che vero è meglio, come scegliere l’albero di Natale giusto? In occasione dell’”Albero di Natale day” che si è svolta a Roma nello scorso week end, la Coldiretti ha stilato un decalogo in dieci punti con i quali suggerisce agli italiani come comportarsi nel caso si decida di acquistare e tenere in casa un albero vero:

  • 1) Acquistare l’abete qualche giorno prima, in modo che possa adattarsi al meglio all’ambiente domestico;
  • 2) prima di acquistare l’albero, è bene decidere prima il posto ideale in cui metterlo, prendendo bene le misure;
  • 3) se ci rivolgiamo ad un vivaio non pretendiamo l’albero perfetto, è inutile che cerchiamo un albero senza difetti e con rami della stessa lunghezza. Non esiste!
  • 4) l’abete perde aghi e il fatto che succeda non significa che sia vecchio;
  • 5) una volta portato a casa, è bene sistemare l’albero in un luogo luminoso, fresco e possibilmente lontano da fonti di calore;
  • 6) cerchiamo di addobbarlo a ridosso del 24 dicembre ed evitiamo di appesantirlo troppo, rischieremmo di rompere i rami;
  • 7) teniamo presente che l’abete è una pianta viva, che ha bisogno di respirare: non usiamo la neve spray!
  • 8) poiché si parla di una pianta viva, manteniamo la terra umida, aiutandoci con un nebulizzatore, ma solo se non abbiamo messo le luci colorate;
  • 9) una volta finite le feste, mettiamolo su un balcone o piantiamolo in giardino;
  • 10) in alternativa, se non possiamo più tenerlo, doniamolo ai centri di raccolta indicati dai vivaisti, dai Comuni o dal Corpo forestale dello stato.

Altre indicazioni per la scelta dell’albero giusto arrivano dal Pefc: “È importante fare attenzione al tagliando che troviamo sull’albero o sul cimale: fra le informazioni riportate in etichetta deve esserci indicata la provenienza da coltivazioni specializzate, che ricordiamo garantisce un buon indotto e la valorizzazione per le zone marginali dove vengono coltivati; la nazionalità, che garantisce, nel caso dell’utilizzo della pianta per il rimboschimento, che non ci sia mescolanza genetica tra le specie autoctone e quelle provenienti dall’estero; l’età dell’albero, più è giovane e più è piccolo, maggiori sono le probabilità di sopravvivere, anche per un miglior rapporto tra quantità di chioma e di radici.

Anche il papa sceglie l’albero di natale certificato

Per sottolineare l’importanza di scegliere alberi di Natale provenienti da foreste gestite in modo sostenibile, anche quest’anno l’abete che ornerà Piazza San Pietro, l’albero di Natale più fotografato e visto al mondo, sarà un un abete rosso di 34 metri proviene da foreste dell’Alto Adige, certificate per la loro buona gestione secondo i criteri del Pefc. Insieme al grande albero, giungeranno in Vaticano altre 50 piante di abete rosso e bianco di minori dimensioni, che serviranno per il decoro dei palazzi vaticani. La consegna ufficiale dell’albero di Natale avverrá il 17 dicembre 2010.

E per le decorazioni?
Secondo la Coldiretti, è opportuno tornare alle origini anche per quanto riguarda l’allestimento del nostro albero: decorarlo come facevano nella Germania del VII secolo, dove gli abitanti addobbavano le querce con pietre colorate, sostituite in seguito con ghirlande, nastrini e frutti colorati per non appesantire troppo i rami o rischiare di danneggiare l’albero. In questo modo vince l’ambiente, ma anche la creatività.
Ad esempio, luci e palline possono essere sostituite con mele rosse, verdi e gialle, ma anche con mandarini, limoni e arance, oppure collanine fatte con pasta, frutta secca, oppure statuine e formine fatte con il pane, con la pasta frolla per i biscotti o il marzapane: un modo più economico per decorare l’albero e renderlo anche goloso. In questo modo infatti, prima di smontarlo, grandi e piccoli potranno ritrovarsi davanti all’albero e mangiucchiare le decorazioni. (Leggi anche i nostri articoli sulle decorazioni natalizie)

E dopo? Cosa fare dell’albero finite le feste

Passate le feste, cosa fare del nostro albero? Bisogna far in modo che l’abete venga riutilizzato in modo corretto. Si pensa di solito che destinare l’albero al rimboschimento sia sempre la soluzione migliore, per fare un gesto amico della Natura. Ma non è così: “l’abete rosso è infatti un albero spontaneo solo sull’arco alpino e in alcune ‘isole’ dell’Appennino Tosco-emiliano”, ricorda Brunori del Pefc Italia. “Piantarli in boschi dove già è presente l’abete significa creare problemi di inquinamento genetico a prescindere, soprattutto se non conosciamo l’origine delle piante. Inserire l’abete in ambienti naturali dove invece non cresce spontaneamente crea una intrusione botanica che è negativa, per il paesaggio e l’ecosistema. Molto meglio quindi mettere l’albero nel nostro giardino di casa, ricordando però che è una specie ad apparato radicale molto superficiale, quindi che prima o poi cadrà!”.

Buon Natale a tutti!

Verdiana Amorosi

Leggi tutti i nostri articoli sull’albero di natale ecologico

Leggi tutti i nostri articoli sul Natale 2010

Leggi tutti i nostri articoli sulle decorazioni natalizie

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook